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Depressione e Cervello

Siamo soliti pensare che la depressione sia uno stato della persona che in un periodo della sua vita " è un po' giù di morale", e ancora più spesso, ho sentito persone relazionarsi al soggetto depresso con frasi quali: " Vedrai che è solo un momento", " Forza, devi farti forza che poi si risolve tutto".


La depressione non è solo un disturbo emotivo che porta l'individuo a disinteressarsi dal mondo e a vivere vissuti di colpa o inadeguatezza rispetto alle più svariate situazioni quotidiane, ma una vera e propria patologia che produce cambiamenti fisici e chimici nel cervello.





L'alterazione emotiva porta con sé cambiamenti che rendono la depressione difficile da controllare.

Le aree maggiormente colpite sono: la corteccia prefrontale, che è la sede delle nostre funzioni cognitive superiori, alla base del regolamento sia di processi cognitivi complessi/ decisionali sia del regolamento del comportamento dell'individuo; l'amigdala che è la struttura deputata alla regolazione di emozioni quali paura e piacere ed infine l'ippocampo che gestisce l'immagazzinamento delle informazioni in memoria.


Una minor attivazione prefrontale, una riduzione delle dimensioni dell'ippocampo, e alterazioni nel funzionamento dell'amigdala con una iperattività anomala, si associano a tutta una serie di sintomi che la persona con depressione sperimenta:

  1. difficoltà d'attenzione,

  2. difficoltà a pensare,

  3. scarso interesse,

  4. alterazioni dei ritmi circadiani,

  5. difficoltà a ricordare,

  6. reazioni emotive intense a stimoli poco salienti,

  7. difficoltà a bloccare pensieri disturbanti e ricorrenti.


I fattori che concorrono allo sviluppo della patologia depressiva sono di natura biologica legati ad alterazioni a livello trasmettitoriale, fattori psicologici e sociali, e fattori genetici, in quanto si riscontra una predisposizione alla possibilità di sviluppare più facilmente il disturbo.



Dott.ssa Possenti Michela





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